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Fante

A pochi giorni dall'uscita al cinema di Chiedi alla polvere, ho letto il romanzo di Fante da cui è tratto.

L'ho letto in inglese, in libreria avevo adocchiato una bellissima edizione del Bandini quartet, e non sono riuscita a resistere alla tentazione, spinta anche dalla frettolosa lettura dell'introduzione scritta da Charles Bukowsky, bellissima (dei romanzi di Fante dice che sono "written from the gut and the heart"). Comunque, lo consiglio vivamente in lingua originale.

Come ho già forse scrtto in precedenza per La confraternita dell'uva, trovo Fante uno scrittore geniale. Ho passato il tempo in cui leggevo i due libri con un sorriso costante sulle labbra, quando non si trasformava in una vera e propria risata.

Di Fante mi ha colpito la forte componente autobiografica che mi smebra pervada tutti i suoi libri. Solitamente, sono portata a cercare uno scrittore fra le righe delle sue opere, e quando lo trovo, è sempre una bella scoperta. In Fante questo aspetto è molto forte. Quando Bandini è immerso nella scrittura del suo primo romanzo, dice:

"To hell with that Hitler, this is more important than Hitler, this is about my book. It won't shake the world, it won't kill a soul, it won't fire a gun, ah, but you'll remember t to the day you die, you'll lie there breathing your lost, and you'll smile as you remember the book. The story of Vera Rivken, a slice out of life."

Mi sono piaciuti molto anche i brani in cui descrive la California ("the mighty sun, the eternal blue of the sky, and the streets full of sleek women you never will posses"), lui, italo-americano arrivato dal Colorado. In questi punti riesce a essere molto poetico e sincero, e commovente quando racconta la sua situazione di straniero.

Vedremo se il film riuscirà a essere all'altezza.

Una cara amica mi ha regalato un libro che lei adora, di uno scrittore fra i suoi preferiti: La confraternita dell'uva, di Fante.


John Fante, La confraternita dell'uva

Originally uploaded by halighalie.

L'ho divorato, e mi sono innamorata anche io di questo autore. Di origini italiane, mi è sembrato molto legato alla nostra terra, anche incosciamente. La figura del padre (presente in tutti i suoi romanzi, tutti di impronta autobiografica), è geniale, e ben rappresentata. Me lo immagino, questo muratore abruzzese, che si trova al bar con gli amici a bere, imprecare, giocare a carte, ricordando la loro terra di origine.

Ho comprato poi The Bandini quartet, che raccoglie i quattro romanzi incentrati sulla figura di Bandini (il più famoso è Chiedi alla polvere). La prefazione di questa edizione americana è di Bukowsky, che ricorda l'importanza che Fante ha avuto sulla sua scrittura.

Non vedo l'ora di leggerlo.

Fante mi rende proprio orgogliosa.

Mio papà ha appena finito di leggere A sangue freddo di Truman Capote. Mentre me lo restituiva, mi diceva che l’aveva letto ascoltando Bruce Springsteen, “The Ghost of Tom Joad” e “Devils and Dust”. Ho pensato che mi avesse tolto le parole di bocca, se avessi dovuto scegliere la colonna sonora di quel libro, avrei indicato gli stessi dischi.
Nei film, la musica è fondamentale, è una componente fortissima della narrazione, e uno degli strumenti a mio parere più importanti nel creare piacere ed empatia, se ben scelta.
Anche per i libri si potrebbe provare a fare lo stesso gioco.
A partire da questo episodio, ho pensato un po’ alle colonne sonore ideali di alcuni libri che ho appena letto.
Trilogia marsigliese (Casino totale, Chourmo, Solea), Jean-Claude Izzo: “Sketches of Spain” di Miles Davis, e tutti i dischi di Abdullah Ibrahim (è stato proprio Izzo a farcelo conoscere)
Le vergini suicide, Jeffrey Eugenides: “Fevers and Mirror” di Bright Eyes e “11:11” di Maria Taylor
Vita, Melania Mazzucco: Rino Gaetano, “Piazza, New York Catcher” dei Belle and Sebastian e “Dalla Pace del Mare Lontano” di Sergio Cammariere
La ballata di John Reddy Heart, Joyce Carol Oates: Ryan Adams, Counting Crows e The Eagles
La confraternita dell’uva, John Fante: Vinicio Capossela e Tom Waits
Un complicato atto d’amore, Miriam Toews: “I’m Wide Awake, It’s Morning” di Bright Eyes e “Nebraska” di Bruce Springsteen
Le correzioni, Jonathan Franzen: “Digital Ash in a Digital Urn” di Bright Eyes, “Gold” di Ryan Adams, “Franz Ferdinand” dei Franz Ferdinand e “First Impression On Earth” dei The Strokes
Il senso di Smilla per la neve, Peter Hoeg: “Takk” dei Sigur Ros e “When I Said I Wanted to Be Your Dog” di Jens Lekman
Rosso, Uwe Timm: “Storia di un impiegato” e “Non al denaro non all’amore né alla morte” di Fabrizio De Andrè

Aspetto le vostre, di colonne sonore.